Prospettive e obiettivi del CongressoProspettiva biblica: Presentazione di Gesù al Tempio - “Di generazione in generazione si estende la sua misericordia”.
Si è soliti indicare nella Santa Famiglia di Nazareth l’icona più vera e concreta della famiglia, di come le nostre famiglie devono essere, ossia una «Chiesa domestica» in cui si pratica il Vangelo vivo di Gesù Cristo. Tuttavia, accanto a questa primordiale immagine della famiglia, ce ne è un’altra che meglio pone in evidenza il fatto che ogni famiglia è agganciata alle generazioni precedenti e può avere futuro solamente se fa tesoro della memoria prospettica rappresentata, come dice papa Francesco, dall’unione dei due poli della vita: la giovinezza e la vecchiaia. Questa seconda immagine ci è consegnata nella scena lucana della presentazione di Gesù al Tempio per la purificazione (cf. Lc 2,22-38). Giotto ha dipinto questa scena in modo straordinario nel transetto destro della Basilica inferiore di Assisi: il vecchio Simeone, segno della profezia dello Spirito, tiene in braccio il bambino Gesù, e la profetessa Anna, avanzata negli anni, è ritratta nel gesto di lodare Dio e di annunciare la salvezza a chi aspettava la redenzione d’Israele. Questi due anziani annunciano alla generazione futura la forza e la giustizia di Dio che ci ha redenti in un infante e sono gli anelli di quella promessa che trova nel seno di Abramo la sua stessa origine. I due vegliardi sono come «il tizzone della memoria che condensa, come la brace e il fuoco, i valori che ci fanno grandi», e ci dicono che ogni famiglia, come quella di Nazareth, è inserita nella storia di un popolo e non può esistere senza le generazioni precedenti. Nell’incontro tra il vegliardo Simeone e Maria, giovane madre, Antico e Nuovo Testamento (due generazioni a confronto) si congiungono in modo mirabile nel rendimento di grazie per il dono della Luce, che ha brillato nelle tenebre e ha impedito loro di prevalere. Anche la famiglia di Nazareth, piccola Chiesa domestica, alla luce della scena della presentazione di Gesù al Tempio, diviene “famiglia di famiglie”, ossia popolo santo di Dio erede di una promessa che finalmente si è compiuta: perché il Padre, in Cristo, per la potenza dello Spirito Santo, si è preso cura di tutta la stirpe di Abramo (cf. Eb 2,16). «La scena ci mostra questo intreccio di tre generazioni: Simeone tiene in braccio il bambino Gesù, nel quale riconosce il Messia, e Anna è ritratta nel gesto di lodare Dio e annunciare la salvezza a chi aspettava la redenzione d’Israele. Questi due anziani rappresentano la fede come memoria.Ma vi domando: “Voi ascoltate i nonni? Voi aprite il vostro cuore alla memoria che ci danno i nonni? I nonni sono la saggezza della famiglia, sono la saggezza di un popolo. E un popolo che non ascolta i nonni, è un popolo che muore! Ascoltare i nonni! Maria e Giuseppe sono la Famiglia santificata dalla presenza di Gesù, che è il compimento di tutte le promesse. Ogni famiglia, come quella di Nazareth, è inserita nella storia di un popolo e non può esistere senza le generazioni precedenti. E perciò oggi abbiamo qui i nonni e i bambini. I bambini imparano dai nonni, dalla generazione precedente. Care famiglie, anche voi siete parte del popolo di Dio. Camminate con gioia insieme a questo popolo. Rimanete sempre unite a Gesù e portatelo a tutti con la vostra testimonianza» (Papa Francesco alle Famiglie – 26 ottobre 2013). Prospettiva culturale-teologica: Sì alla famiglia! «Le famiglie sono la Chiesa domestica, dove Gesù cresce, cresce nell’amore dei coniugi, cresce nella vita dei figli. E per questo il nemico attacca tanto la famiglia: il demonio non la vuole! E cerca di distruggerla, cerca di far sì che l’amore non sia lì. Le famiglie sono questa Chiesa domestica. Gli sposi sono peccatori, come tutti, ma vogliono andare avanti nella fede, nella loro fecondità, nei figli e nella fede dei figli. Il Signore benedica la famiglia, la faccia forte in questa crisi nella quale il diavolo vuole distruggerla» (Papa Francesco al Rinnovamento dello Spirito – 1 giugno 2014). La famiglia è fatta di volti, di persone che amano, parlano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita a ogni costo. Si diventa persona stando in famiglia, crescendo con mamma e papà, respirando il tepore della casa, vero nido e culla della vita. È nella famiglia che riceviamo il nome e, quindi, la nostra dignità. La famiglia è il luogo dell’amicizia, degli affetti, lo spazio dell’intimità, ove s’apprende l’arte del dialogo e della comunicazione interpersonale. Il matrimonio, poi, è nel progetto di Dio da sempre ed è la base della famiglia perché in esso si realizza il processo di umanizzazione del mondo, di ogni persona e di ogni società. Il matrimonio è una specie di “primo sacramento” dell’umano, ove la persona scopre se stessa, si auto-comprende in relazione agli altri e all’amore che è capace di ricevere e di scambiarsi. Non ci nascondiamo il fatto che oggi la famiglia, che si costituisce nel matrimonio di un uomo e di una donna, che li rende «una sola carne» (Mt 19, 6) aperta alla vita, è attraversata dappertutto da fattori di crisi, circondata da modelli di vita che la penalizzano, trascurata dalle politiche di quella società di cui è pure la cellula fondamentale, non sempre rispettata nei suoi ritmi e sostenuta nei suoi impegni dalle stesse comunità ecclesiali. Proprio questo però ci spinge a dire che dobbiamo avere una particolare cura per la famiglia e per la sua missione nella società e nella Chiesa, sviluppando percorsi di accompagnamento prima e dopo il matrimonio. Vogliamo anche esprimere la nostra gratitudine ai tanti sposi e alle tante famiglie cristiane che, con la loro testimonianza, mostrano al mondo una esperienza di comunione e di servizio che è seme di una società più fraterna e pacificata. Prospettiva pedagogico-salesiana: nella scia di don Bosco viviamo lo spirito di famiglia In sintonia con la Chiesa anche la Famiglia Salesiana riserva una particolare attenzione alla famiglia soggetto originario dell’educazione e primo luogo dell’evangelizzazione. Anche noi siamo chiamati a fare in modo che la pastorale giovanile sia sempre più aperta alla pastorale familiare. Particolare preoccupazione suscita, in quasi tutti i contesti, la situazione della famiglia. Essa è minacciata non solo dal diffuso relativismo etico, ma anche da processi di delegittimazione istituzionale. Si giunge fino alla disgregazione e al riconoscimento di altre forme di unioni, con conseguenze gravi sul piano educativo, quali l’abbandono dei minori, le convivenze imposte, le violenze intrafamiliari. “Casa” e “famiglia” sono i due vocaboli frequentemente utilizzati da Don Bosco per descrivere lo “spirito di Valdocco” che deve risplendere nelle nostre comunità. In questo senso accogliamo l’appello evangelico e carismatico alla mutua comprensione e corresponsabilità, alla correzione fraterna e alla riconciliazione. In particolare fin dalla prima evangelizzazione la trasmissione della fede nel susseguirsi delle generazioni ha trovato un luogo naturale nella famiglia. In essa — con un ruolo tutto speciale rivestito dalle donne, ma con questo non vogliamo sminuire la figura paterna e la sua responsabilità — i segni della fede, la comunicazione delle prime verità, l’educazione alla preghiera, la testimonianza dei frutti dell’amore sono stati immessi nell’esistenza dei fanciulli e dei ragazzi, nel contesto della cura che ogni famiglia riserva per la crescita dei suoi piccoli. Non si può pensare una nuova evangelizzazione senza sentire una precisa responsabilità verso l’annuncio del Vangelo alle famiglie e senza dare loro sostegno nel compito educativo. Obiettivi del Congresso Dalla casa di Maria alle nostre case: portare il profumo di una nuova umanità, il soffio dello Spirito che fa nuove tutte le cose, attualizzando nei gruppi della Famiglia Salesiana e nelle famiglie una rete di relazioni autentiche, di corresponsabilità e di comunione ispirata allo spirito di famiglia di don Bosco. Dialogo: il grande assente di molte famiglie è proprio il dialogo. Ognuno rimane ancorato sulle proprie posizioni. Alcune volte si preferisce fuggire il dialogo per evitare le discussioni. Questo vento dello Spirito di Dio che soffia dalla casa di Maria contiene la forza necessaria per spingere l’uno verso l’altro, in modo da spazzare via quella chiusura, quei pregiudizi e quelle ambizioni che sono le più acerrime nemiche dell’unità familiare. Quante famiglie sono diventate prigioniere dello spirito muto, quello spirito che fa tacere la verità del proprio io, invece di comunicarlo al noi della famiglia. Le relazioni familiari ardono di amore quando ognuno comunica se stesso nella verità, manifestando i propri pregi senza nascondere i propri difetti. I perfezionisti, i moralisti e i rigoristi sono coloro che ingabbiano il fuoco dello spirito rendendo freddi, distaccati e apatici i rapporti familiari. Queste lingue di fuoco donano il potere di parlare in un’altra lingua, la lingua della sincerità che rivela pienamente chi è Dio e chi siamo noi realmente, per far conoscere come l’amore di Dio è sempre superiore ad ogni nostra mancanza e dimenticanza. Il vento contiene quella freschezza che rinfranca la missione familiare. Il sudore del lavoro, la fatica dell’educazione dei figli, l’assistere i propri familiari anziani, producono una stanchezza d’animo ancora prima che fisica, una stanchezza che può essere alleviata solo con il soffio dello Spirito. Volersi bene: il vento dello Spirito che soffia dalla casa di Maria spazza la polvere che si deposita nel corso del tempo. Quanti legami familiari hanno bisogno di essere spolverati dal vento dello Spirito. Questa è un’immagine tipica delle relazioni che rimangono inalterate nel corso degli anni, relazioni che non hanno mai trovato la forza di rinnovarsi e maturare per portare i frutti tipici della vocazione adulta. Fidanzamenti che durano tantissimi anni senza progetti di matrimonio, attendere tanto tempo prima di aprirsi ad accogliere dei figli, vivere con la nuova famiglia rimanendo condizionati dalla famiglia d’origine, sono quella polvere che si accumula rischiando di precludere la possibilità di evolversi verso la missione affidata da Dio. In positivo vivere la quotidianità delle relazioni con i tre atteggiamenti dell’accoglienza fatta di comunione e condivisione, della riconciliazione e del perdono, del riconoscimento e del ringraziamento per il bene che c’è: permesso, scusa, grazie ci ricorda papa Francesco. Presenza di Dio: il vento dello Spirito che soffia dalla casa di Maria, fa delle case e della comunità un cenacolo, dove la pratica della preghiera è il vero collante che solidifica e risana le relazioni familiari. La preghiera richiede due elementi essenziali: l’assiduità e la concordia. L’assiduità significa non perdere mai l’occasione di rivolgersi a Dio per chiedere ispirazione al proprio agire, per riconoscere le proprie colpe e per avere la giusta contrizione e coraggio per chiedere scusa. La concordia significa avere il proprio cuore aperto alla volontà di Dio, per vivere quell’unità familiare anche nella diversità delle intenzioni, e lasciar decidere a Dio quale via seguire tra le possibili che si presentano. Assiduità e concordia sono allo stesso tempo prerequisiti e frutti della preghiera. In questo modo la preghiera, il fuoco ed il vento rinnovano la famiglia cristiana spingendola ad uscire dalle proprie mura domestiche per comunicare al mondo intero la gioia di vivere insieme malgrado le differenze, le incomprensioni ed i limiti di ogni persona umana. |
Perspectivas y Objetivos del CongresoPerspectiva bíblica: Presentación de Jesús en el Templo – “Su misericordia de generación en generación”.
Estamos acostumbrados a señalar en la Santa Familia de Nazaret, el icono más verdadero y concreto de la familia, cómo deben ser nuestras familias, o sea “una Iglesia doméstica” en la que se practica el Evangelio vivo de Jesucristo. Sin embargo, junto a esta primordial imagen de la familia, hay otra que pone más en evidencia el hecho de que toda familia está relacionada con las generaciones anteriores y solo puede tener futuro si atesora la memoria en perspectiva, representada, como dice el papa Francisco, en la unión de dos polos de la vida: la juventud y la ancianidad. Esta segunda imagen se nos presenta en la escena de Lucas de la presentación de Jesús en el Templo para la purificación (cf. Lc 2,22-38). Giotto ha pintado esta escena de modo extraordinario en el ala derecha de la Basílica inferior de Asís: el anciano Simeón, signo de la profecía del Espíritu, tiene en brazos al niño Jesús, y la profetisa Ana, ya avanzada en años, es retratada en el gesto de alabar a Dios y de anunciar la salvación a quien esperaba la redención de Israel. Estos dos ancianos anuncian a la generación futura la fuerza y la justicia de Dios que nos ha redimido en un infante y son los anillos de aquella promesa que encuentra en el seno de Abrahán su mismo origen. Los dos ancianos son como “las brasas de la memoria que condensa, como las brasas y el fuego, los valores que nos hacen grandes”, y que nos dicen que toda familia, como la de Nazaret, está insertada en la historia de un pueblo y no pude existir sin las generaciones precedentes. En el encuentro entre el anciano Simeón y María, joven madre, Antiguo y Nuevo Testamento (dos generaciones frente a frente) se unen de modo admirable en la acción de gracias por el don de la Luz, que ha brillado en las tinieblas y les ha impedido prevalecer. También la familia de Nazaret, pequeña Iglesia doméstica, a la luz de la escena de la presentación de Jesús en el Templo, se convierte en “familia de familias”, o sea pueblo santo de Dios, heredero de una promesa que finalmente se ha cumplido: porque el Padre, en Cristo, por el poder del Espíritu Santo, se ha preocupado de toda la estirpe de Abrahán (cf. Eb 2,16). “La escena nos muestra esta relación de tres generaciones: Simeón tiene en brazos al niño Jesús, en el cual reconoce al Mesías, y Ana es retratada en el gesto de alabar a Dios y anunciar la salvación a quien esperaba la redención de Israel. Estos dos ancianos representan la fe como memoria. Pero os pregunto: “¿escucháis vosotros a los abuelos? ¿Abrís vuestro corazón a la memoria que os ofrecen los abuelos? Los abuelos son la sabiduría de la familia, la sabiduría de un pueblo. ¡Y un pueblo que no escucha a los abuelos, es un pueblo que muere! ¡Escuchar a los abuelos!”. María y José son la familia santificada por la presencia de Jesús, que es el cumplimiento de todas las promesas. Todas las familias, como la de Nazaret, están insertas en la historia de un pueblo y no pueden existir sin las generaciones precedentes. Por eso hoy tenemos aquí a los abuelos y a los niños. Los niños aprenden de los abuelos, de la generación precedente. Queridas familias, también vosotros sois parte del pueblo de Dios. Caminad alegres con este pueblo. Permaneced siempre unidas a Jesús y llevádselo a todos con vuestro testimonio” (Papa Francisco a las Familias -26 de octubre de 2013). Perspectiva cultural-teológica: ¡Sí a la familia! “Las familias son la Iglesia doméstica, donde Jesús crece, crece en el amor de los cónyuges, crece en la vida de los hijos. Por eso el enemigo ataca tanto a la familia: ¡el demonio no la quiere! Trata de destruirla, intenta conseguir que el amor no anide allí. Las familias son esta Iglesia doméstica. Los esposos son pecadores, como todos, pero quieren avanzar en la fe, en su fecundidad, en los hijos y en la fe de los hijos. El Señor bendiga a la familia, la fortalezca en esta crisis en la que el demonio quiere destruirla” (Papa Francisco a la Renovación del Espíritu – 1 de junio de 2014). La familia está compuesta por rostros, por personas que aman, hablan, se sacrifican por los demás y defienden la vida a toda costa. Se hace uno persona en la familia, creciendo con el padre y la madre, respirando el calor de la casa, verdadero nido y cuna de la vida. En la familia recibimos el nombre, y por tanto, nuestra dignidad. La familia es el lugar de la amistad, de los afectos, el espacio de la intimidad, donde se aprende al arte del diálogo y de la comunicación interpersonal. El matrimonio forma parte del proyecto de Dios desde siempre y es la base de la familia porque en él se realiza el proceso de humanización del mundo, de toda persona y de toda sociedad. El matrimonio es una especie de “primer sacramento” de lo humano, donde la persona se descubre a sí misma, se auto-comprende en relación con los otros y con el amor que es capaz de recibir y de intercambiarse. No ocultamos el hecho de que hoy la familia, constituida por el matrimonio de un hombre y una mujer, que les convierte en una sola carne (Mt19, 6), abierta a la vida, pasa en todas partes por momentos de crisis, rodeada de modelos de vida que penalizan, descuidada por las políticas de aquella sociedad de la que sin embargo es la célula fundamental, no siempre respetada en sus ritmos y sostenida en sus compromisos por las mismas comunidades eclesiales. Pero precisamente esto nos impulsa a decir que debemos tener un cuidado particular de la familia y de su misión en la sociedad y en la Iglesia, desarrollando itinerarios de acompañamiento antes y durante el matrimonio. Queremos también expresar nuestro agradecimiento a tantos esposos y tantas familias cristianas que con su testimonio, presentan al mundo una experiencia de comunión y de servicio que es semilla de una sociedad más fraterna y pacificada. Perspectiva pedagógico-salesiana: Tras las huellas de Don Bosco vivamos el espíritu de familia En sintonía con la Iglesia, también la Familia Salesiana pone una atención especial en la familia, sujeto originario de educación y primer lugar de evangelización. También nosotros estamos llamados a hacer de modo que la pastoral juvenil esté siempre abierta a la pastoral familiar. En casi todos los contextos, la situación de la familia suscita una preocupación especial. Esta amenazada no solo por un difuso relativismo ético, sino también por procesos de deslegitimación institucional. Se llega hasta la disgregación y el reconocimiento de otras formas de unión, con graves consecuencias en el plano educativo, como el abandono de los menores, las convivencias impuestas, las violencias intrafamiliares. “Casa” y “familia” son dos vocablos frecuentemente utilizados por Don Bosco para describir el “espíritu de Valdocco” que debe brillar en nuestras comunidades. En este sentido acogemos la llamada evangélica a la corrección fraterna y a la reconciliación. En particular, desde la primera evangelización la transmisión de la fe, en el trascurso de las generaciones ha encontrado un lugar natural en la familia. En ella –con un rol del todo especial desempeñado por la mujer, sin que por esto queramos disminuir la figura paterna y su responsabilidad- los signos de la fe, la comunicación de las primeras verdades, la educación para la oración, el testimonio de los frutos del amor han sido infundidos en la existencia de los niños y de los muchachos, en el contexto del cuidado que toda familia reserva para el crecimiento de sus pequeños. No puede pensarse en una nueva evangelización sin sentir una precisa responsabilidad en el anuncio del Evangelio a las familias, sin apoyarlas en su tarea educativa. Objetivos del Congreso De la casa de María a nuestras casas: Llevar el perfume de una nueva humanidad, el soplo del Espíritu que mueve todas las cosas, actualizando en los grupos de la Familia salesiana y en las familias una red de relaciones auténticas, de corresponsabilidad y de comunión inspirada en el espíritu de familia de Don Bosco. Diálogo: El gran ausente en muchas familias es el diálogo. Cada uno permanece anclado en sus propias posiciones. A veces se prefiere esquivar el diálogo para evitar discusiones. Este viento del Espíritu de Dios que sopla de la casa de María tiene la fuerza necesaria para relacionar al uno con el otro, de modo que se destruya esa cerrazón, esos prejuicios y esas ambiciones que son los enemigos más acérrimos de la unidad familiar. Cuántas familias son prisioneras del espíritu mudo que hace que se calle la verdad del propio yo, en vez de comunicarlo al nosotros de la familia. Las relaciones familiares arden de amor cuando cada uno se comunica a sí mismo en la verdad, manifestando sus propias cualidades sin esconder sus defectos. Los perfeccionistas, los moralistas y rigoristas son quienes aprisionan el fuego del espíritu haciendo frías, alejadas y apáticas las relaciones familiares. Estas lenguas de fuego dan el poder de comunicarse en otra lengua, la lengua de la sinceridad que revela plenamente quién es Dios y quién somos realmente nosotros, para dar a conocer que el amor de Dios es siempre superior a cualquier equivocación y olvido nuestro. El viento contiene aquella frescura que refuerza la misión familiar. El sudor del trabajo, la fatiga de la educación de los hijos, la asistencia a los propios familiares ancianos, producen un cansancio de ánimo antes que físico, cansancio que solo puede ser aliviado con el soplo del Espíritu. Amarse: el viento del Espíritu que sopla desde la casa de María, aventa el polvo que se deposita en el trascurso del tiempo. Cuántos lazos familiares necesitan ser dispersados por el viento del Espíritu. Esta es una imagen típica de las relaciones que permanecen inalteradas en el curso de los años, relaciones que nunca han encontrado la fuerza para renovarse y madurar para dar los frutos típicos de la vocación adulta. Noviazgos que duran muchísimos años sin proyecto de matrimonio, espera de mucho tiempo antes de acoger a los hijos, vivir con la nueva familia permaneciendo condicionados por la familia de origen, son el polvo que se va acumulando corriendo el riesgo de impedir la posibilidad de orientarse hacia la misión confiada por Dios. En positivo: vivir la cotidianidad de las relaciones con las tres actitudes de acogida hecha de comunicación y participación, de la reconciliación y del perdón, del reconocimiento y el agradecimiento por el bien que hay: permiso, excusa, gracias, nos recuerda el papa Francisco. Presencia de Dios: el viento del Espíritu que sopla desde la casa de María, convierte las casas y las comunidades en un cenáculo, donde la práctica de la oración es el verdadero adhesivo que solidifica y restaura las relaciones familiares. La oración requiere dos elementos esenciales: la asiduidad y la concordia. La asiduidad significa no perder nunca la ocasión de dirigirse a Dios para pedir inspiración para la propia acción, para reconocer las propias culpas y para tener la necesaria contrición y valor para pedir perdón. La concordia significa tener el propio corazón abierto a la voluntad de Dios, para vivir la unidad familiar incluso en la diversidad de intenciones, y dejar decidir a Dios como camino a seguir entre las posibilidades que se presentan. Asiduidad y concordia son a la vez prerrequisitos y frutos de la oración. De este modo la oración, el fuego y el viento renuevan la familia cristiana, impulsándola a salir de sus propias paredes domésticas para comunicar al mundo entero la alegría de vivir juntos, a pesar de las diferencias, las incomprensiones y las limitaciones de toda persona humana. |
CONGRESS' PERSPECTIVES and OBJECTIVES Biblical Perspective: Presentation of Jesus in the Temple - "His mercy is from generation to generation.”
It is customary to see in the Holy Family of Nazareth, a real and concrete icon of the family, an image of how our families should be, namely a "domestic church" where people live the gospel of Jesus Christ. However, alongside this fundamental image of the family, there is another that highlights the fact that every family is linked to previous generations. The family will have a future only if it builds on the reality represented, as Pope Francis says, by the union of the two poles of life: youth and old age. This second image is delivered to us in St Luke’s scene of the presentation of Jesus in the Temple (cf. Lk 2.22-38). Giotto painted this scene in an extraordinary way in the right transept of the lower church of Assisi: the old man Simeon, a sign of the prophecy of the Spirit, is holding the baby Jesus, and the prophetess Anna, advanced in years, is portrayed in the act of praising God and proclaiming salvation to those who were waiting for the redemption of Israel. These two elderly people announce to future generations the power and justice of God who has redeemed us in an infant. They are links in the chain of promise that has its origin in the bosom of Abraham. They are like "traces of memory like embers of the fire, of the values that make us great." They remind us that every family, like that of Nazareth, is part of the history of a people and cannot exist without previous generations. Old and New Testament met in that encounter between the old man Simeon and a young mother, Mary. Their meeting represents the coming together of two generations in a wonderful way, in thanksgiving for the gift of Light that shone in the darkness so that the darkness did not prevail. The family of Nazareth, as a small domestic Church, becomes the "family of families" when seen in the light of the presentation of Jesus in the Temple. It represents the holy people of God, the heir of a promise that finally was accomplished: the Father, in Christ, by the power of the Holy Spirit, took care of all the seed of Abraham (cf. Heb 2:16). “In this scene three generations come together, the inter-weaving of three generations: Simeon holds in his arms the child Jesus, in whom he recognizes the Messiah, while Anna is shown praising God and proclaiming salvation to those awaiting the redemption of Israel. These two elderly persons represent faith as memory. But let me ask you: Do you listen to your grandparents? Do you open your hearts to the memories that your grandparents pass on? Grandparents are like the wisdom of the family, they are the wisdom of a people. And a people that does not listen to grandparents is one that dies! Listen to your grandparents. Mary and Joseph are the family, sanctified by the presence of Jesus who is the fulfilment of all God’s promises. Like the Holy Family of Nazareth, every family is part of the history of a people; it cannot exist without the generations who have gone before it. Therefore, today we have grandparents and children. The children learn from their grandparents, from the previous generation. Dear families, you, too, are a part of God’s people. Walk joyfully in the midst of this people. Remain ever close to Jesus and carry him to everyone by your witness.” (Pope Francis to Families – 26 October 2013) Theological-Cultural Perspective: Yes to the family! “Families are the domestic Church, where Jesus grows; he grows in the love of spouses, he grows in the lives of children. That is why the enemy so often attacks the family. The devil does not want the family; he tries to destroy it, to make sure that there is no love there. Married couples are sinners, like us all, but they want to go forward in faith, in fruitfulness, in their children and their children’s faith. May the Lord bless families and strengthen them in this time of crisis when the devil is seeking to destroy them.” (Pope Francis on Renewal of the Spirit - June 1, 2014). The family is made up of faces, of people who love, talk, sacrifice themselves for others and defend life at all costs. It is in the family that one becomes a person, growing up with mother and father, breathing the warmth of the home, which is the real nest and cradle of life. It is in the family that we receive our name and, therefore, our dignity. The family is the place of friendship, of affection, and the space of intimacy, where we learn the art of dialogue and interpersonal communication. In God's plan marriage has always been and still is the basis of the family. In it the process of humanization of the world takes place, of every person and every society. Marriage is a sort of "first sacrament" of human life, where the person finds and understands himself or herself in relation to others and the love that he or she can give and receive. The family constituted by the marriage of a man and a woman, which makes them "one flesh" (Mt 19, 6) open to new life, is everywhere in crisis. It is surrounded by life styles that penalize the family. It is neglected by the policies of the society of which it is the fundamental cell, and is not always respected in its rhythms and supported in its commitments even by ecclesial communities. This is precisely what compels us to say that we must have a special care for the family and for its mission in the Church and in society. We need to develop support programmes before and after marriage. We also want to express our gratitude to the many spouses and the many Christian families who, by their example, show the world an experience of communion and service that is the seed of a more fraternal and peaceful society. Salesian pedagogical perspective: living the family spirit in the footsteps of Don Bosco. In harmony with the Church, the Salesian Family also pays special attention to the family as the primary object of education and the first place of evangelization. We too are called to make sure that youth ministry is increasingly open to family ministry. The situation of the family is of particular concern, in almost all contexts. It is threatened not only by the widespread ethical relativism, but also by the withdrawal of legal support. This can lead to the break-up of the family and the recognition of other forms of marriages, with serious consequences in the area of education, such as the abandonment of children, cohabitation taxes, violence within the family. "Home" and "family" are two words often used by Don Bosco to describe the "spirit of Valdocco" that must prevail in our communities. We welcome the evangelical and charismatic appeal for mutual understanding and co-responsibility, fraternal correction and reconciliation. In particular, right from first evangelization the transmission of faith from one generation to the next finds its natural place in the family. In it women play a special role, but we should not underestimate the role of the father and his responsibility. The signs of faith, the communication of the basic truths, education in prayer, the example of the fruits of love are all part of the lives of children and young people in the context of the care that every family reserves for its children. It is impossible to think of new evangelization without feeling a responsibility to proclaim the Gospel to families and support them in the task of education. OBJECTIVES OF THE CONGRESS From the house of Mary to our homes: to bring about a new humanity, the breath of the Spirit who makes all things new, infuses in families and in the groups of the Salesian Family a network of authentic relationships, shared responsibility and communion inspired by the family spirit of Don Bosco. Dialogue: the great lack in many families is precisely dialogue. Everyone stays anchored to his or her own position. Sometimes people refuse to dialogue in order to avoid arguments. This wind of God's Spirit that blows from the house of Mary has the power that is needed to bring us together and to overcome the prejudices and ambitions which are the worst enemies of the family. How many families have been afflicted with a kind of dumbness, that causes us to keep the truth to ourselves instead of sharing it in the family. When people share the truth, loving relationships develop. Strengths are revealed without hiding the flaws. Perfectionists, moralists and purists kill the spirit and make family relationships cold, detached and disinterested. The Spirit gives tongues of fire that enable people to speak in another language, the language of sincerity that reveals who God is and who we really are. They show how the love of God is always greater than our faults and our forgetfulness. The spirit gives a freshness that renews the mission of the family. Hard work and the effort needed to educate children, or assist elderly family members, lead to a tiredness that can only be overcome by the breath of the Spirit. Love one another: the wind of the Spirit blowing from the house of Mary sweeps away the dust that settles over time. How many family relationships need to be dusted by the wind of the Spirit! This is typical of relationships that have remained unchanged over the years, relationships that have never found the strength to be renewed and to bear the fruit one expects in adult life. Sometimes engagements last for many years without marriage plans. Couples wait for a long time before being willing to have children. Spouses live in their new family but remain conditioned by their family of origin. These are examples of the dust that can accumulate and prevent couples from accepting the mission entrusted to them by God and living every day in a spirit of communion and sharing. This implies the positive attitudes of recognition, forgiveness, and gratitude expressed in the three little words “please, sorry and thanks”, as Pope Francis reminds us. Presence of God: the wind of the Spirit blowing from the house of Mary, makes of our homes and communities an Upper Room, where the practice of prayer is the glue that binds and heals family relationships. Prayer requires two essential elements: attentiveness and harmony. Attentiveness means never missing an opportunity to turn to God in all our actions to ask for inspiration, to acknowledge our mistakes, express our sorrow and ask for forgiveness. Harmony means keeping our hearts open to God's will, to live in family unity even when there are differences of opinion, letting God decide which we should follow among all the possible choices that may arise. Attentiveness and harmony are prerequisites for prayer and, at the same time, the fruit of prayer. In this way, prayer, fire and wind renew the Christian family urging it to go beyond the four walls of the home to communicate to the world the joy of living together, despite the differences, misunderstandings and limitations of each human person. |
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