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Ia domenica di Avvento con San Francesco di Sales

26 novembre 2022

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Come vivere bene l’Avvento? Seguendo quanto ci consiglia la Chiesa: innanzitutto conviene mettersi e restare accanto a Maria, lei che più di ogni altro conosce il segreto dell’avvento. Da lei impareremo che per incontrare il Cristo che discende fino a noi nella carne dobbiamo anche noi scendere con l’umiltà, cioè metterci nella nostra verità, e avvolgerci nel mantello di una santa penitenza che faccia morire le opere delle tenebre - accecamento, infedeltà e ignoranza - e ci renda forti e operosi nel bene.


Ancora, la Chiesa presentandoci in questo inizio dell’Avvento il quadro degli ultimi tempi, quando il Signore verrà sulle nubi del cielo a giudicare ogni uomo e questo mondo avrà fine, non vuole spaventarci ma insegnarci il santo timore che è principio di sapienza, apre alla speranza e dispone l’anima alla carità. Non si tratta del timore dello schiavo che ha paura del castigo, ma del timore della sposa che teme di dispiacere allo sposo. Lo schiavo teme che arrivi il padrone. La sposa, invece, desidera il ritorno del suo Signore, per questo resta in vigilante attesa, compiendo istante per istante ciò che sa essergli gradito… così che quando lui arriverà ci sarà spazio solo per la gioia dell’incontro d’amore.


Ora, ben prima della fine del mondo, per ciascuno di noi la morte porrà fine a questa vita terrena e ci porterà davanti al volto del Signore. Può essere utile in questo inizio di Avvento riflettere su questa realtà. I santi padri insegnavano che bisogna temere la morte senza temerla. Temerla, sì, ma senza ansia e inquietudine, sapendo che ‘per morire bene basta vivere bene’. Possiamo vivere ogni istante come vorremmo essere trovati nell’ultimo, in ogni istante infatti è racchiuso il germe dell’eternità, ed è il nostro passo quotidiano che decide dell’ultimo passo.

Viviamo dunque in un santo timore, tranquillo e fiducioso, pieno di speranza e vibrante di desiderio, affidandoci alla divina Provvidenza, senza chiederle nulla e senza rifiutarle nulla, certi che si prenderà cura di noi. A noi basti essere tutti suoi, per amore.


“Teniamo fisso lo sguardo sul nostro ultimo giorno. Bisogna farlo perché la morte ha i piedi di bambagia e si avvicina così piano che non ce ne accorgiamo e così ci coglie di sorpresa. Per questo dobbiamo stare sempre all’erta affinché, quando arriverà, ci trovi preparati.

Occorre […] mantenerci sempre nello stato nel quale vorremmo essere trovati nell’ora in cui verrà […] facendo così giungeremo all’eternità e, lasciando questi giorni di morte, giungeremo a quelli della vita. Dio ce ne faccia grazia. Amen, amen, amen!” (OA X, 327)

 

 

Riflessione a cura di suor Suor Maria Grazia Franceschini del Monastero della Visitazione - Moncalieri

 


Cfr.: OA VIII, 59 passim (da frammenti di Sermoni per la prima domenica di avvento 1609, 1610);

OA X, 324 ss (Sermone del 10 marzo 1622);

OA XIV, 366.



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