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Contemplando il Bambino Gesù con san Francesco di Sales

22 dicembre 2022

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In tutta l’opera della nostra redenzione è apparsa la benignità e l’amore di Dio verso gli uomini; infatti che cosa non fece questo amante divino nel suo amore per noi?

Ci amò con amore di compiacenza, poiché pose le sue delizie nell’essere con i figli degli uomini e nell’attirare l’uomo a sé, facendosi uomo egli stesso.

Ci amò con amore di benevolenza, slanciando la sua divinità nell’uomo, in modo che l’uomo fosse Dio.

Si unì a noi con una unione incomprensibile, con la quale aderì e si strinse alla nostra natura così fortemente, così indissolubilmente e così infinitamente, che nulla mai fu così strettamente unito e congiunto con l’umanità, come lo è attualmente la santissima Divinità nella persona del Figlio di Dio.

Si riversò tutto in noi e, per così, dire fuse la sua grandezza per ridurla alla forma della nostra piccolezza.

Andò in estasi, non solo perché, come dice san Dionigi, a causa dell’eccesso della sua bontà è stato in certo modo fuori di sé, estendendo la sua provvidenza su tutte le cose e rivelandosi in tutte le cose; ma anche perché, come dice san Paolo, in qualche modo ha abbandonato se stesso, si è svuotato di sé, si è spogliato della sua grandezza e della sua gloria, è sceso dal trono della sua incomprensibile maestà e, se si può parlare così, ha annientato se stesso per venire alla nostra umanità, riempirci della sua divinità, colmarci della sua bontà, sollevarci alla sua dignità e donarci l’essere divino di figli di Dio.

E colui, del quale tante volte è scritto: ‘Vivo io, dice il Signore’, poté dire in seguito con la parola del suo Apostolo: ‘Vivo io, non più io, ma l’uomo vive in me. La mia vita è l’uomo e morire per l’uomo è il mio guadagno. La mia vita è nascosta con l’uomo in Dio’.

Colui che abitava in se stesso abita ora in noi, e colui che nei secoli dei secoli era vivente nel seno del suo eterno Padre fu poi mortale nel grembo della sua madre temporale; colui che viveva eternamente della sua vita divina è vissuto nel tempo della sua vita umana; e colui che dall’eternità era stato solo Dio, sarà per sempre eternamente anche uomo, tanto l’amore per l’uomo ha rapito Dio e l’ha tratto in estasi.

(Trattato dell'amore di Dio, X, 17).

 

Perché Dio ha preso questa dolce e amabile condizione di piccolo bambino, se non per provocarci ad amarlo con fiducia e ad affidarci con amore a Lui. Si è fatto tutto nostro per renderci tutti suoi.

(Opere complete XVI,291; XIV, 154)

 

Riflessione a cura di suor Suor Maria Grazia Franceschini del Monastero della Visitazione - Moncalieri

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