La Devozione Mariana nella Prospettiva di Don Bosco
Si è concluso il 9° Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice che si è tenuto a Fatima dal 29 Agosto al 1° Settembre 2024.
Riportiamo il messaggio finale di don Strefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore.
"Prendo parola volentieri in questo Congresso Mariano, dopo quanto abbiamo ascoltato e vissuto per riaffermare un atto di affidamento personale ed istituzionale, secondo il cuore di Don Bosco e la Fede della Chiesa. Chiudiamo questi nostri giorni con uno degli aspetti spirituali che Don Bosco percepisce e vive come importante a livello personale e qualificante per la sua opera: la devozione mariana. Ci affidiamo alle mani materne di Maria. Qui ora, in questo luogo Santo della presenza di Maria; a lei chiediamo di rendere fecondi nella vita quanto abbiamo qui vissuto, pregato ed ascoltato.
Per cui il mio dire, dopo quanto abbiamo ascoltato e vissuto è fare memoria, cominciando dall’inizio. Fare memoria è importante: vuol dire riconoscere che questo non è nostro, ci è stato affidato, e noi ad altre generazioni dovremmo consegnarlo.
Con molta semplicità, dico a me e a ciascuno di noi alcuni aspetti centrali della Presenza di Maria in don Bosco, della sua e nostra devozione.
1. Maria negli scritti di don Bosco, cominciamo dall’inizio.
La donna «di maestoso aspetto, vestita di un manto, che risplendeva da tutte le parti», descritta nel sogno dei nove anni che tanto abbiamo meditato e pensato in questo Bicentenario di questo Sogno, è la Madonna cara alla tradizione popolare e alla devozione comune. Di essa Don Bosco sottolinea soprattutto la amabilità materna. Questa rappresentazione è quella più consona al suo animo, che lo accompagnerà fino all’ultimo respiro di vita.
Nelle Memorie dell’Oratorio vengono richiamati molti degli aspetti e delle devozioni tipiche della religiosità popolare: rosario in famiglia, Angelus, novene e tridui, invocazioni e giaculatorie, consacrazioni, visite ad altari e a santuari, feste mariane (Maternità, Nome di Maria, Madonna del Rosario, Addolorata, Consolata, Immacolata, Madonna delle grazie...). Attenzione: quando diciamo aspetti tipici della religiosità popolare, non diciamo una cosa facile né “automatica”. La religiosità popolare è la quinta essenza, il distillato, dell’esperienza di secoli che ci viene portata in dono; di cui dobbiamo appropriarci.
Nel periodo degli studi a Chieri, appaiono più elementi che collegano la devozione mariana alle scelte spirituali del giovane Bosco, soprattutto la maturazione vocazionale e il consolidamento delle virtù che formano il buon seminarista. La Madonna del seminario è l’Immacolata (in tutti i seminari piemontesi, e in quelli influenzati dalla tradizione lazzarista, la cappella è dedicata all’Immacolata fin dal ‘600).
Questo, appunto, è l’aspetto che caratterizza la pietà mariana per il giovane don Bosco (formato alla scuola di S. Alfonso): la vera devozione, che si esprime soprattutto in una vita virtuosa, garantisce il patrocinio più possente che si possa avere in vita e in morte.
Lo scriverà anche nel Giovane provveduto nel 1847: «Se sarete suoi devoti, oltre a colmarvi di benedizioni in questo mondo, avrete il paradiso nell’altra vita».
Ma è soprattutto nel libretto Il mese di maggio consacrato a Maria SS. Immacolata ad uso del popolo (1858), che il santo inquadra esplicitamente e insistentemente la devozione mariana popolare e giovanile in un contesto finalizzato ad un concreto serio impegno di vita cristiana vissuta con fervore e amore.
«Tre cose da praticarsi in tutto il mese:
1. Fare quanto possiamo per non commettere alcun peccato nel corso di questo mese: sia esso tutto consacrato a Maria.
2. Darsi grande sollecitudine per l’adempimento de’ doveri spirituali e temporali del nostro stato ...
3. Invitare i nostri parenti ed amici e tutti quelli che da noi dipendono a prendere parte alle pratiche di pietà che si fanno in onore di Maria nel corso del mese”.
L’altro tema, ereditato da tutta una tradizione devota, è il collegamento tra devozione mariana e salvezza eterna: «Poiché il più bell’ornamento del cristianesimo è la Madre del Salvatore, Maria Santissima, così a Voi mi rivolgo, o clementissima Vergine Maria, io sono sicuro di acquistare la grazia di Dio, il diritto al Paradiso, di riacquistare insomma la perduta mia dignità, se Voi pregherete per me: Auxilium christianorum, ora pro nobis».
Don Bosco è convinto che Maria interviene come avvocata efficacissima e mediatrice potentissima presso Dio.
Dieci anni più tardi (1868), per l’inaugurazione della chiesa di Maria Ausiliatrice, il santo scrive e diffonde un fascicolo intitolato Maraviglie della Madre di Dio invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice. In quest’operetta è sottolineata la dimensione ecclesiale, sulla quale si va sempre più aprendo lo sguardo di Don Bosco e si orientano le sue preoccupazioni missionarie e educative.
I titoli di Immacolata e di Ausiliatrice nel contesto ecclesiale del tempo evocano lotte e trionfi, il “grande scontro” tra Chiesa e società liberale. Si fa una lettura religiosa degli eventi politici e sociali, sulla linea della reazione cattolica all’incredulità, al liberalismo, alla scristianizzazione.
Tuttavia Don Bosco, per i suoi ragazzi e i suoi salesiani, continua a sottolineare prevalentemente la dimensione ascetico-spirituale e apostolica della pietà mariana. Infatti, la pratica del mese di Maria e delle varie devozioni mira a determinare nei giovani la decisione di un maggior impegno nel proprio dovere, ad esercitare le virtù, ad un ardore ascetico (mortificazioni in onore di Maria), ad una carità operativa ad una generosa azione di apostolato tra i compagni.
Cioè, Don Bosco tende ad assegnare all’Immacolata e all’Ausiliatrice un ruolo determinate nell’opera educativa e formativa e a valorizzare, nel clima del fervore mariano del tempo, esercizi virtuosi e pratiche devote per condurre una vita di purificazione dal peccato e dall’affetto ad esso e di crescente totalità di dono di sé a Dio.
Dunque: lotta contro il peccato e orientamento a Dio, santificazione di sé e del prossimo, servizio di carità, forza nel portare la croce e impegno missionario. Sono questi i tratti salienti di una devozione mariana che ha ben poco di devozionalistico e di sentimentale (nonostante il clima dell’epoca e i gusti popolari che, comunque, Don Bosco valorizza).
Che cammino in don Bosco e dell’uomo di fede don Bosco! Tra quanto avete in cuore vorrei mettere un accento: anche io, anche noi dobbiamo camminare nella devozione. Non si sta fermi, se non si va avanti si va indietro…e nessuno può farlo al posto mio!
2. Maria nella vita di don Bosco, espressioni quotidiane della devozione di don Bosco e devozione nostra
1. Il senso di una presenza
Maria è, nella vita di Don Bosco, una presenza percepita, amata, attiva e stimolante, finalizzata al grande affare della salvezza eterna e della santità. Egli la sente vicina e si affida a lei, lasciandosi guidare e condurre sulle strade della sua vocazione (la sogna, la “vede”).
A Nizza Monferrato nel giugno 1885, Don Bosco si intratteneva nel parlatorio con le madri capitolari delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con un filo di voce, stanchissimo. Fu pregato di lasciare loro un ultimo ricordo. «Oh dunque, voi volete che vi dica qualche cosa. Se potessi parlare, quante cose vi vorrei dire! Ma sono vecchio, vecchio cadente, come vedete; stento perfino a parlare. Voglio dirvi solo che la Madonna vi vuole molto, molto bene. E, sapete, essa si trova qui in mezzo a voi -. Allora Don Bonetti, vedendolo commosso, lo interruppe e prese a dire, unicamente per distrarlo: - Si, così, così! Don Bosco vuol dire che la Madonna è vostra Madre e che essa vi guarda e vi protegge.
No, no, ripigliò il Santo, voglio dire che la Madonna è proprio qui, in questa casa e che è contenta di voi, e che se continuate con lo spirito di ora, che è quello desiderato dalla Madonna... - Il buon Padre si inteneriva più di prima e don Bonetti a prendere un’altra volta la parola: - Sì, così, così! Don Bosco vuol dirvi che, se sarete sempre buone, la Madonna sarà contenta di voi.
Ma no, ma no, si sforzava di spiegare don Bosco, cercando di dominare la propria commozione. Voglio dire che la Madonna è veramente qui, qui in mezzo a voi! La Madonna passeggia in questa casa e la copre con il suo manto. - In così dire stendeva le braccia, levava le pupille lacrimose in alto e pareva voler persuadere le suore che la Madonna egli la vedeva andare ivi di qua e di là come in casa sua».
È una presenza operativa: colei che accompagna, sostiene, guida, incoraggia; colei che gli è stata donata: «Io ti darò la Maestra sotto alla cui disciplina puoi diventare sapiente, e senza cui ogni sapienza diviene stoltezza». Una presenza che stimola a vivere consapevolmente alla presenza di Dio in una tensione di totalità: «Al pensier di Dio presente / fa’ che il labbro, il cuor, la mente / di virtù seguan la via / o gran Vergine Maria. / Sac. Gio Bosco» (preghiera scritta dal santo ai piedi di una sua fotografia).
Splendido ed essenziale: ciò che non è presenza viva nella mia vita è assenza! Il senso della Presenza, della Provvidenza di Dio, dell’azione di Maria. Un cammino continuo per ciascuno di noi e per tutti noi insieme, Famiglia Salesiana.
2. L’energia della missione
Don Bosco collega strettamente Maria con la sua vocazione e il suo ministero. Qui è bene riprendere la presentazione che Don Bosco fa del sogno dei nove anni: «Presomi con bontà per mano - guarda - mi disse... Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte, robusto; e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali tu dovrai farlo pei figli miei». È la missione di salvezza / trasformazione / formazione dei giovani, attraverso la prevenzione, l’educazione, l’istruzione, l’evangelizzazione, e un corredo solido di virtù nell’educatore.
Il Figlio di Maria ne insegna il metodo e l’obiettivo: «Non con le percosse, ma colla mansuetudine e colla carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti adunque immediatamente a far loro un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù».
La narrazione fatta nel 1873-74 dell’antico sogno ispiratore, si collega con tanti altri racconti di interventi e ispirazioni interiori (i sogni) nei quali il nostro santo ha riferito a Maria un ruolo di animazione, di guida e di sostegno del suo anelito e del suo zelo per la missione di salvezza giovanile.
In questo contesto vanno collocati e interpretati quelli che Don Bosco riconosce come interventi prodigiosi di Maria: le “grazie” accordate alle persone (spirituali e corporali), la potente protezione sua sull’Oratorio e sulla nascente Famiglia salesiana e sul loro prodigioso sviluppo a vantaggio delle anime.
Le grazie personali, l’accorgerci della presenza particolare di Dio, per intercessione di Maria, che guida provvidenzialmente l’esistenza personale e istituzionale. Se non percepisci la Presenza, sei in balia del caso.
3. Stimolo alla santità
Don Bosco vive la devozione mariana come stimolo e sostegno della tensione alla perfezione cristiana. Nella stessa prospettiva egli la inculca sapientemente ai giovani per promuovere in essi la vita cristiana e stimolarli al desiderio di santità.
Valorizzando la sensibilità dei suoi ragazzi e i gusti popolari della loro pietà, Don Bosco seppe trasformare una tendenza devozionale, venata di sentimento romantico, in un potente strumento di formazione spirituale (incoraggiando, correggendo, indirizzando).
Maria non ci lascia mai dove ci trova. Come all’inizio dei Segni del Vg di Giovanni, sa che noi dobbiamo esser guidati, accompagnati…per un itinerario preciso: fate quello che vi dirà e arriverete li dove IO vi aspetto, ci dice don Bosco. Vedere l’invisibile.
3. Identità salesiana e devozione mariana
Per concludere vi condivido, con semplicità, ciò di cui viviamo come confratelli, e che è al centro della nostra vocazione. Amo concludere con questa parte, perché è l’ossatura della mia e nostra vita. Se fa tanto bene a me, a noi, sicuramente farà bene a tutti.
Innanzitutto, le Costituzioni, che ci delineano i tratti caratterizzanti della nostra devozione mariana. L’articolo 8 (collocato nel primo capitolo, relativo agli elementi che assicurano l’identità della Congregazione Salesiana) sintetizza il senso della presenza di Maria nella nostra Società: ella ha indicato a Don Bosco il suo campo d’azione, l’ha costantemente guidato e sostenuto, continua tra noi la sua missione di Madre e Ausiliatrice: noi «ci affidiamo a lei, umile serva in cui il Signore ha fatto grandi cose, per diventare tra i giovani testimoni dell’amore inesauribile del suo Figlio».
L’articolo 92 presenta il ruolo di Maria nella vita e nella pietà del salesiano: modello di preghiera e di carità pastorale; maestra di sapienza e guida della nostra famiglia; esempio di fede, di sollecitudine per i bisognosi, di fedeltà nell’ora della croce, di gioia spirituale; nostra educatrice alla pienezza di donazione al Signore e al coraggioso servizio dei fratelli. Ne deriva, dunque, una devozione filiale e forte, che si esplicita nella preghiera (rosario quotidiano e celebrazione delle sue feste) e nella imitazione convinta e personale.
La migliore sintesi, tuttavia, si trova a mio parere nella Preghiera di affidamento a Maria SS. Ausiliatrice che quotidianamente si recita in ogni nostra comunità dopo la meditazione. Fu don Rua nel 1894 a comporla, come espressione di quotidiana consacrazione nell’impegno di fedeltà e di generosità. Oggi è stata riveduta, ma conserva lo stesso impianto di quella antica e i medesimi contenuti. Ecco il testo primitivo:
«Santissima e immacolata Vergine Ausiliatrice, noi ci consacriamo interamente a voi e vi promettiamo di sempre operare alla maggior gloria di Dio e alla salute delle anime
Vi preghiamo di rivolgere i vostri sguardi pietosi sopra la Chiesa, l’augusto suo Capo, i Sacerdoti e i Missionari, sopra la Famiglia Salesiana, i nostri parenti e benefattori e la gioventù alle nostre cure affidata, sopra i poveri peccatori, i moribondi e le anime del purgatorio.
Insegnateci, o Madre tenerissima, a ricopiare in noi le virtù del nostro Fondatore, in particolar modo l’angelica modestia, l’umiltà profonda e l’ardente carità.
Fate, o Maria Ausiliatrice, che la potente vostra intercessione ci renda vittoriosi contro i nemici dell’anima nostra in vita e in morte, affinché possiamo venire a farvi corona con Don Bosco nel Paradiso. Così sia».
Come si può vedere la versione attuale non fa che riprendere, con alcuni sviluppi, il testo di Don Rua. Credo che sia bene, ogni tanto, riprenderla e meditarla. È strutturata in quattro parti: promessa; intercessione; docilità, affidamento.
Nella prima parte (Santissima) si ricorda il fine ultimo della nostra consacrazione promettendo di orientare ogni nostra azione unicamente al servizio di Dio e alla salvezza del prossimo, nella fedeltà all’essenza della vocazione salesiana.
Nella seconda parte (Ti preghiamo) si condensa il senso ecclesiale, salesiano e missionario della nostra consacrazione, affidando all’intercessione di Maria la Chiesa, la Congregazione e la Famiglia Salesiana, i giovani, soprattutto i più poveri, tutti gli uomini redenti da Cristo. Qui è ben delineata la passione che deve alimentare e caratterizzare la preghiera salesiana: universalità, ecclesialità, missionarietà giovanile.
Nella terza parte (Insegnaci) sono concentrate le virtù che caratterizzano la fisionomia tipica del salesiano discepolo di Don Bosco: ci si mette alla scuola di Maria per crescere nell’unione con Dio, nella castità, nell’umiltà e nella povertà, nell’amore al lavoro e alla temperanza, nell’ardente carità amorevole (bontà e donazione illimitata ai fratelli), nella fedeltà alla Chiesa e al suo magistero.
Nell’ultima parte (Fa’, o Maria Ausiliatrice) ci si affida all’intercessione della Vergine Ausiliatrice per ottenere la fedeltà e la generosità nel servizio di Dio fino alla morte e l’ammissione nella comunione eterna dei santi.
Questa eccellente sintesi, che contiene un completo programma di vita spirituale e delinea i tratti fisionomici della nostra identità, può servirci oggi di riferimento e di traccia concreta per la verifica e la programmazione spirituale. E così sia per ciascuno di noi!
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