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3. GUARDARE IL MONDO CON OCCHI SAPIENTI

Il numero 241 dell’Enciclica Laudato Sì, che Papa Francesco dedica interamente alla relazione tra la persona di Maria e la cura del creato, si conclude mettendo in particolare rilievo la sua capacità di comprendere e custodire il significato più vero di tutte le cose: «Lei non solo conserva nel suo cuore tutta la vita di Gesù, che «custodiva» con cura (cfr Lc 2,19.51), ma ora anche comprende il senso di tutte le cose. Perciò possiamo chiederle che ci aiuti a guardare questo mondo con occhi più sapienti».


Il riferimento che il testo dell’enciclica indica tra parentesi al vangelo di Luca non è affatto casuale. L’evangelista, infatti, invitando per due volte il suo lettore – al versetto 19 e 51 del secondo capitolo – a contemplare la capacità di Maria di attenzione al momento presente e di ascolto delle persone e della realtà che la circonda, sta inserendo Maria nella tradizione dei Sapienti d’Israele, ovvero di coloro che, all’interno del popolo, si distinguevano proprio per il un continuo sforzo di discernimento della volontà di Dio nel quotidiano. I Sapienti di Israele studiavano la Legge e i Profeti e non temevano di confrontare la Scrittura con le esperienze gioiose e tristi della vita con le sue contraddizioni. I libri sapienziali della Bibbia (Proverbi, Sapienza, Siracide, Qohelet, Salmi, Cantico dei Cantici), raccolgono le riflessioni e le preghiere dei Sapienti, in vista della formazione del popolo, soprattutto dei giovani.


I libri Sapienziali, inoltre, rappresentano volentieri la sapienza personificata in una donna saggia ed esperta delle cose della vita, che desidera mettere la sua capacità di cura e la sua conoscenza al servizio della formazione dei giovani (cf. Prov 8-9; Sir 24). All’inizio del capitolo 9 del libro dei Proverbi, in particolare, Donna Sapienza viene descritta mentre va in cerca di discepoli: li cerca sulle strade e nelle piazze, li manda a chiamare attraverso le sue ancelle per invitarli ad entrare nella sua Casa e condividere la sua mensa, ovvero ricevere da lei ciò di cui essi hanno bisogno per vivere e per essere felici.

Queste azioni di Donna Sapienza, richiamano immediatamente alla nostra memoria alcuni gesti ed alcune parole di Gesù, come ad esempio i gesti dell’Eucarestia (Mt 26.26); le parabole in cui un uomo ricco dà un banchetto e manda i suoi servi a invitare la gente che sta sulle strade (Mt 22,1-14); l’invito che Gesù stesso rivolge ai suoi discepoli: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11,28).



Nel suo ministero pubblico, infatti, Gesù ha preso su di sé i tratti della Sapienza personificata vivendo e insegnando come uno che ha ricevuto da Dio l’autorità e che conosce la via che porta alla Vita (Gv 14,6). La Sapienza biblica, tuttavia, è una figura femminile e questo fatto ha permesso ai cristiani, nel corso dei secoli, di riconoscere alcuni tratti della Sapienza personificata anche nella figura di Maria.


Perché i libri sapienziali hanno dato alla Sapienza un volto femminile? Probabilmente questa identificazione rispecchia il ruolo educativo che la madre rivestiva nella famiglia tradizionale ebraica. In un mondo in cui la scuola così come la intendiamo oggi non esisteva ancora, dove gli uomini lavoravano fuori casa, mentre le donne si occupavano della grande mole del lavoro domestico, che comprendeva anche la cura dei figli, maschi e femmine, fino a che non fossero stati abbastanza grandi per aiutare a loro volta nel lavoro, il compito di introdurre i figli alla conoscenza della fede e della cultura del popolo apparteneva primariamente alla donna.


Come dimostrano le grandi figure bibliche di Ester e di Giuditta, inoltre, la capacità generativa della donna non si esaurisce affatto nel dare alla luce figli: si compie piuttosto nel coraggio di mettere a repentaglio la propria vita perché il popolo abbia la vita, perché il popolo cioè possa conoscere la via da seguire e trovare la forza di mettersi in cammino, secondo la volontà e l’amore del suo Dio.

La donna, insomma, è generativa non soltanto quando partorisce, ma ogni volta che educa, perché un’educazione sapiente apre ai giovani la via della Vita. Nel suo compito educativo, inoltre, la donna dispone di una competenza che all’uomo è preclusa: la donna, infatti, vive nel suo corpo il ciclo di vita e di morte che caratterizza la natura creata e che è, in sé stessa, come una profezia della resurrezione (cf. Gv 12,24). La sintonia con il ritmo della vita, aiuta la donna a mettersi in ascolto della voce di Dio che parla in ogni elemento della Creazione per insegnare poi, come fa la Sapienza biblica, a fare altrettanto a tutti coloro che, nel cammino della vita, si affidano al suo accompagnamento e alla sua intercessione.

Se guardiamo attentamente alla storia di Dio con il suo popolo, inoltre, ci accorgiamo che Maria non è l’unica donna in Israele a distinguersi per la sua sapienza! Al contrario: Maria si inserisce all’interno di una lunga genealogia di donne sapienti: alcune la precedono, come Ester, Giuditta, Ruth, Deborah, Elisabetta; altre la seguono e sono le tante sante sapienti che costellano la storia della Chiesa. Come Famiglia Salesiana, possiamo riconoscere tra di loro, con particolare gratitudine, Mamma Margherita e Madre Mazzarello.


Il legame tra Maria e la Sapienza, infatti, è particolarmente importante nel carisma salesiano: nel sogno dei nove anni, Maria viene presentata a don Bosco come Maestra di Sapienza e la biografia del Santo conferma un legame particolare tra lo stile educativo di Margherita e di Maria, entrambe maestre del sistema preventivo, ovvero di quell’arte di educare i giovani con amorevolezza, secondo ragione e nell’apertura al disegno di Dio.


Quando don Bosco incontra Maria Domenica e le sue prime compagne a Mornese, si rende presto conto che tra loro Maria si è già costruita la casa: queste giovani donne, infatti, tutte di Dio e di Maria, radicate in una vita quotidiana di lavoro e di preghiera, vivono già spontaneamente gli elementi chiave del sistema preventivo. Alle prime FMA in partenza per le missioni, Papa Pio IX richiamerà solennemente questo tratto della loro identità e missione di educatrici: essere per tutti gli assetati conche di virtù e di sapienza, come le grandi fontane che ancora oggi possiamo ammirare nella piazza di fronte a San Pietro.


A Maria, che ora comprende il senso di tutte le cose, a Mamma Margherita, a Madre Mazzarello e a tante sante e santi che nella loro vita terrena hanno camminato sulla via della sapienza e ora condividono con la Madre la gioia del Cielo, chiediamo allora insieme la grazia di imparare a riconoscere le tracce della presenza e dell’amore di Dio in ogni elemento della Creazione, per crescere nel rispetto e nella cura di tutto ciò che è vivente ed è affidato alle nostre mani.


Suor Linda Pocher - FMA

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