CAMMINO FORMATIVO PER I NUOVI ASPIRANTI SOCI DELL’ADMA
- Adma Don Bosco
- 16 ott
- Tempo di lettura: 7 min
Da questo numero pubblicheremo il testo del cammino formativo per gli aspiranti, redatto dall’ADMA Primaria. Il materiale sarà suddiviso per articoli.
Da dove veniamo. Articolo 1, Atto di fondazione.
Don Bosco dopo avere innalzato a Maria, secondo le indicazioni da Lei ricevute in sogno, il Santuario votivo dedicato all’Ausiliatrice (Torino Valdocco 1868) volle erigere un anno dopo nella Basilica l’“Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice” (18 aprile 1869) per irradiare nel mondo la devozione alla Vergine invocata sotto questo titolo. “La seconda Domenica di ottobre di quell’anno (1844) doveva partecipare a’ miei giovanetti, che l’Oratorio sarebbe stato trasferito in Valdocco. [...]. In quella notte feci un nuovo sogno, che pare un’appendice di quello fatto la prima volta ai Becchi quando aveva circa nove anni. Io giudico bene di esporlo letteralmente. Sognai di vedermi in mezzo ad una moltitudine di lupi, di capre e capretti, di agnelli, pecore, montoni, cani ed uccelli.
Tutti insieme facevano un rumore, uno schiamazzo, o meglio un diavolio da incutere spavento ai più coraggiosi. Io voleva fuggire, quando una Signora, assai ben messa a foggia di pastorella, mi fe’ cenno di seguire ed accompagnare quel gregge strano, mentre Ella precedeva. Andammo vagabondi per vari siti: facemmo tre stazioni o fermate: ad ogni fermata molti di quegli animali si cangiavano in agnelli, il cui numero andavasi ognor più ingrossando. Dopo avere molto camminato, mi trovai in un prato, dove quegli animali saltellavano e mangiavano insieme, senza che gli uni tentassero di mordere gli altri. Oppresso dalla stanchezza, voleva sedermi accanto ad una strada vicina, ma la pastorella mi invitò a continuare il cammino. Fatto ancora breve tratto di via, mi sono trovato in un vasto cortile con porticato attorno, alla cui estremità eravi una Chiesa. Qui mi accorsi che quattro quinti di quegli animali erano diventati agnelli. Il loro numero poi divenne grandissimo. In quel momento sopraggiunsero parecchi pastorelli per custodirli: ma essi fermavansi poco, e tosto partivano.
Allora succedette una meraviglia. Molti agnelli cangiavansi in pastorelli, che aumentandosi, prendevano cura degli altri. Crescendo i pastorelli in gran numero, si divisero, e andavano altrove per raccogliere altri strani animali e guidarli in altri ovili. Io voleva andarmene, perché mi sembrava tempo di recarmi a celebrare la S. Messa, ma la pastorella mi invitò a guardare al mezzodì. Guardando, vidi un campo, in cui era stata seminata meliga, patate, cavoli, barbabietole, lattughe e molti altri erbaggi. – Guarda un’altra volta, mi disse. E guardai di nuovo, e vidi una stupenda ed alta Chiesa. Un’orchestra, una musica istrumentale e vocale mi invitavano a cantar messa.

Nell’interno di quella Chiesa era una fascia bianca, in cui a caratteri cubitali stava scritto: HIC DOMUS MEA, INDE GLORIA MEA. [...] (MB II 243-245). Organizzatore nato, don Bosco non lasciava alla sola devozione spontanea il culto a Maria Ausiliatrice. Le dava stabilità con un’Associazione che da Lei prendeva nome: «Nella chiesa dedicata in Torino a Maria Ausiliatrice, con autorizzazione di S. Rev. l’Arcivescovo di Torino, è canonicamente istituita un’associazione dei suoi divoti, che si propongono di promuovere le glorie della divina Madre del Salvatore, per meritarsi la protezione di Lei in vita e particolarmente in punto di morte. Due mezzi speciali si propongono: dilatare la devozione alla Beata Vergine e la venerazione a Gesù Sacramentato». Così inizia il Regolamento scritto da don Bosco in occasione dell’erezione dell’Associazione dei Devoti di Maria Ausiliatrice, da lui fondata e approvata dall’Arcivescovo di Torino, Alessandro Riccardi, il 18 aprile -il giovedì santo- del 1869, e di cui ricorre il 150° di fondazione. «Irradiare» richiama l’impegno ad essere «luce del mondo» (Mt 5,14), a «portare il fuoco sulla terra» (Lc 12,49), a cooperare alla missione di Cristo per la salvezza delle anime sotto la guida materna di Maria, riconoscendo nell’Eucarestia la fonte ed il culmine di tutta la vita.
Don Egidio Viganò: “Devozione secondo il cuore di don Bosco significa: affidamento, imitazione, passione apostolica ed educativa “rivolta a rinforzare la fede cristiana nella società, dando testimonianza di condotta morale e dimostrandosi attiva [...]. Una «devozione», quindi, che non è solo espressione cultuale di sentimenti religiosi, ma che li traduce anche in atteggiamento di vita e in operosità apostolica. [...], che comporta un vivo «senso di Chiesa»; contempla in Maria il Modello profetico della Chiesa e la sua Madre sollecita che ha aiutato ed aiuta i fedeli nelle difficoltà della storia lungo i secoli. Prendiamo Maria in Casa: “Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”. (Gv 19,26-27). «Prendiamo la Madonna in casa!». Così saremo «discepoli prediletti» perché cureremo meglio la nostra figliolanza battesimale e sentiremo più concretamente i benefici effetti della maternità di Maria, [...] con l’affetto e il realismo con cui Don Bosco curò filialmente la presenza della Madonna in casa, progettando e realizzando le sue molteplici iniziative sempre in dialogo con Lei.
Il Santuario di Maria Ausiliatrice, punto di diffusione della missione nel mondo, «è divenuto per Don Bosco centro di coesione delle sue opere, fonte di grazie e suo santuario per il mondo». Don Bosco, accanto all’edificio fatto di mattoni, erige un santuario costruito con «pietre vive», fondando l’Associazione perché stupito dalle innumerevoli grazie e miracoli che la gente attribuisce all’intercessione dell’Ausiliatrice: «Ogni angolo, ogni mattone di questo sacro edifizio ricorda un benefizio, una grazia ottenuta da questa augusta Regina del cielo». «Hic domus mea, inde gloria mea»: da qui si irradia la gloria di Maria e l’azione di tutta la Famiglia Salesiana nel mondo. “In ogni caso la costruzione del tempio è più che un’opera tecnica e una ricerca di denaro in vista del suo completamento. È certamente espressione di un cammino che don Bosco viene maturando, spiritualmente e pastoralmente [...]. «Tutto questo non avrebbe fatto di lui il grande apostolo di Maria Ausiliatrice, se egli non fosse passato per l’esperienza, colma di soprannaturale, della costruzione della chiesa di Maria Ausiliatrice in Valdocco». [...] Ciò che sorprenderà anzitutto don Bosco, e più tardi il mondo, è il fatto che fu la Vergine Maria colei che praticamente si costruì la propria casa, andando contro tutte le previsioni umane”. Le sole offerte spontanee dei fedeli rendevano possibile qualcosa di inimmaginabile: «Sembra che ciò che è stato poi determinante (nella scelta del titolo “Auxilium Christianorum”) è il fatto d’aver sperimentato, giorno dopo giorno, che Maria si sia costruita praticamente questa “sua Casa” nelle zolle dell’Oratorio e ne abbia preso possesso per irradiare da lì il suo patrocinio». L’affidamento di don Bosco a Maria Ausiliatrice ha trovato nell’Associazione una delle espressioni semplici e pratiche per la difesa della fede nel ceto popolare. “Noi cristiani dobbiamo unirci in questi tempi difficili. L’essere fra molti che fanno il bene ci anima senza avvedercene”. Don Bosco, alla scuola di Mamma Margherita e nel solco della tradizione religiosa popolare, aveva interiorizzato fin da bambino l’affidamento a Maria: «Giovannino mio... quando sei venuto al mondo ti ho consacrato alla Beata Vergine Maria; quando hai iniziato i tuoi studi ti ho raccomandato la divozione a questa nostra Madre; e se diventerai sacerdote, raccomanda e propaga sempre la divozione di Maria». Tale devozione diventa strumento per consolidare e proteggere la fede cattolica del popolo cristiano e coinvolgerlo nell’opera apostolica ed educativa e, anche con l’Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice, un cammino di educazione alla fede, valorizzando la religiosità popolare orientandola verso la saggezza evangelica. In questo modo gli Associati diventano segno dell’amore di Dio e di Maria, capaci di diffondere fra gli uomini la pace e l’amore. La fede in Gesù Cristo e l’affidamento a Maria Ausiliatrice li spingono a promuovere l’evangelizzazione nell’educazione dei giovani, nelle famiglie e in tutti gli ambiti della vita, con l’impegno ed una testimonianza di vita, senza lasciarsi ingannare dalle logiche dell’indifferenza e dell’egoismo. Lo stile sono la familiarità, la semplicità (cose essenziali ed accessibili a tutti) e la praticità, secondo lo spirito di Don Bosco: toccare con mano l’aiuto di Maria nella Chiesa e nell’esperienza quotidiana. L’esperienza “ci fa vedere il mondo luminosissimo che Maria ha continuato dal cielo e con il più grande successo, la missione di Madre della Chiesa e Ausiliatrice dei Cristiani che aveva cominciato sulla terra”. Questa presenza materna e operante di Maria è il fondamento dell’Associazione e l’ispirazione dell’impegno dei membri a servizio del Regno di Dio. Maria è presenza viva in mezzo a noi e continua nella storia della Chiesa e dell’umanità la sua missione materna di mediatrice di grazia per i suoi figli. La Risurrezione è un dato concreto realizzato, finora, solo in due individui della nostra stirpe umana: Gesù e Maria! Due di noi, Essi, vivono la Risurrezione pasquale come primizia e inizio di tutto il genere umano rinnovato. Essi sono l’«uomo nuovo» e la «donna nuova»: il secondo Adamo e la seconda Eva. E lo sono non solo come modello da imitare o semplicemente una meta da raggiungere, ma proprio come l’unico principio efficace di rigenerazione e di vita per tutti. [...]. Alla base delle nostre convinzioni di fede si trova [quindi] una realtà concreta: ossia, delle persone vive e dei fatti. [Essi] sono davvero vivi per noi, presenti ed operanti nel nostro mondo attraverso la nuova realtà pasquale della Risurrezione. Maria, dunque, è oggi un personaggio realmente vivo e operante tra noi; la sua assunzione, per cui partecipa pienamente alla Risurrezione di Cristo, è un dato di fede; la sua maternità universale è testimoniata dalla Chiesa come una oggettiva e quotidiana realtà di grazia. A ragione, perciò, «la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice... E questo ruolo subordinato di Maria la Chiesa non dubita di proclamarlo apertamente, lo sperimenta continuamente e lo raccomanda all’amore dei fedeli, perché, rafforzati da un tale materno aiuto, siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore». [...] Noi, nel proporci di imitare il discepolo preferito nel suo «prendere Maria in casa», intendiamo approfondire con serietà il forte realismo della risurrezione nell’alveo della tradizione ecclesiale, secondo lo stile di concretezza tanto consono allo spirito di Don Bosco e così caratteristico della sua devozione alla Madonna sotto il titolo di Ausiliatrice.
ADMA FORMAZIONE (ed. 2023).



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