L COME LEGAME
- Adma Don Bosco
- 18 set
- Tempo di lettura: 4 min
Viviamo in un tempo strano, contraddittorio. Si desiderano i legami e se ne ha paura. Sì dà grande valore agli affetti, ma questi, invece di consolidare i legami, li indeboliscono. La famiglia sarebbe il luogo in cui affetti e legami si intrecciano – in essa l’affetto genera legami, e i legami sono vincoli d’affetto! – ma da tempo ha perduto peso culturale e sostengo politico. Per giunta passa l’idea che la famiglia non abbia un’originalità riconoscibile, e si diffonde la pretesa di chiamare famiglia qualunque intesa affettiva. Sconcerta dover constare che è proprio in nome dell’amore che si disfano i legami! Andiamo verso una società di “slegami”: gli studi demografici dicono che oggi un bambino può avere tre madri, o anche quattro padri: quello che lo concepisce, quello che gli dà il nome, uno che lo cresce e un altro che vive con sua madre!
La crisi dei legami
Se si osserva lo stato di salute dei tre assi del sistema familiare, la crisi dei legami e la necessità di ritrovare il loro alfabeto si fa evidente: 1. Il legame fra i sessi, quello coniugale, è disorientato dalla confusione delle identità e dei ruoli: non vi è più evidenza su cosa sia lo specifico dell’uomo e della donna, il loro tratto inconfondibile, scambievole ma non intercambiabile; 2. Il legame generativo, quello genitoriale, è minacciato nella sua stessa naturalità: le biotecnologie sottraggono evidenza al senso umano della generazione, che senz’altro non è pura produzione né semplice riproduzione, ma è dare alla luce una nuova libertà; 3. Il legame di consanguineità, quello fra le generazioni, è il più dimenticato: al cuore dell’emergenza educativa sta precisamente la rottura dell’alleanza intergenerazionale, il vuoto di memoria e il deficit di speranza dovuto al venir meno il patrimonio culturale, etico e religioso dell’intera civiltà.

Guardiamo i fatti: ci si sposa di meno e si divorzia di più, si hanno meno figli ma li si vuole a ogni costo, li si soffoca di cure e li si schiaccia di aspettative. Allungandosi la durata della vita, le generazioni non si avvicendano come prima, ma convivono più a lungo, con le relative difficoltà nel regolare i vincoli e gli svincoli: troppe giovani coppie trascinano nel matrimonio pesanti dipendenze rispetto alle famiglie d’origine, spesso per ragioni di necessità, ma anche per immaturità. La debolezza dei legami si osserva infine nel fatto che l’immediatezza degli affetti si prende oggi la libertà di accettare la propria identità sessuata o di modificarla, di stringere un’alleanza d’amore o decretarne la fine, di dare la vita o interromperne il corso.
C’è poco da fare: facciamo fatica a uscire dalla pesante eredità di una cultura individualistica e narcisistica, dove l’uomo è troppo occupato e troppo preoccupato di sé, mentre l’amore è sempre quella giusta dimenticanza di sé che rende capaci di farsi dono e di prendersi cura. L’oscuramento dell’amore ad opera dell’amor proprio è peraltro una fatica che coinvolge tutti i legami, non solo quelli familiari, ma anche quelli sociali ed ecclesiali: R. Esposito, noto filosofo italiano, ha fatto notare come l’ideale della “comunità” è stato sostituito con quello della “immunità”: l’individuo, pur cercando i legami, tende a difendersene, perché li sente svantaggiosi per lo sviluppo della propria identità, la quale però, senza di essi, si indebolisce e si smarrisce.
La maturazione dei legami
In che direzione cercare legami d’amore stabili e felici? Nella direzione che riconosce la verità della relazione, cioè la comunione delle persone, l’unità dei differenti come fatto originario, e che quindi si tiene altrettanto lontana dall’ideale moderno dell’individuo che cerca la propria affermazione attraverso l’altro e dal suo rovesciamento romantico che cerca la fusione con l’altro, che vince l’egoismo personale e l’egoismo a due, e punta a ritrovarsi nel sincero dono di sé.
Ora, la regola d’oro per la maturazione degli affetti e il consolidamento dei legami è quella compresenza di vicinanza e distanza che consente di affermare insieme l’essere di altri e l’essere se stessi. Ecco qualche suggerimento concreto:
Gli affetti maturano quando crescono insieme legame e libertà, attaccamento e distacco, godimento e attesa, capacità di prendere e di perdere;
Il legame tra gli sposi è sano quando circola affidabilità personale e fiducia reciproca, quando l’intimità con l’altro non banalizza il suo mistero, ma lo riconosce con più profondo rispetto;
Il legame dei genitori con i figli crescerà in proporzione all’equilibrio fra codice materno e paterno, fra presenza e distanza, protezione ed esposizione, amorevolezza e fermezza;
Il legame dei figli con i genitori li renderà maturi se saranno grati di essere generati e decisi a generare a propria volta, e quindi riconoscenti e intraprendenti, capaci di onorare la tradizione che li ha accolti nel mondo e farsi portatori della novità che trasforma il mondo;
Il legame fra le generazioni sarà tanto più capace di dare sicurezza alle persone e stabilità alla società quanto più sarà giocato fra memoria e profezia, e dunque quanto meglio vorrà onorare e coprire di affetto – come spesso suggerisce papa Francesco – i nonni e i bambini, la fragilità della vita al suo tramonto e la delicatezza della vita nascente in quanto portatrici di quel passato e di quel futuro senza i quali il presente si svuota di senso e di gioia, e si vota alla sterilità e alla tristezza.
Don Roberto Carelli sdb
(fonte: Roberto Carelli – Alfabeto Famigliare)
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